Palermo stringe il Patto per l’Export in Giappone.
Con i saluti della Presidente Patrizia Di Dio, inizia l’incontro in Confcommercio Palermo con l’ambasciatore per l’Italia in Giappone, Giorgio Starace, che tiene ad aggiornare i Dirigenti rispetto ai dati che confermano un importante crescita dell’export italiano nel mercato giapponese (in Europa, per la prima volta, abbiamo superato la Francia e siamo secondi solo alla Germania).Proseguendo, l’ambasciatore, tiene a sottolineare il ruolo strategico delle Organizzazioni come Confcommercio nell’accompagnare le imprese ad esportare prodotti e competenze che riescano a trasferire le tradizioni ed i valori tipici del nostro territorio.
Oggi l’ambasciatore d’Italia in Giappone, Giorgio Starace, in visita ufficiale a Villa Niscemi con Mario Stancampiano per il Consorzio Italy On The Table, il Sindaco Orlando e la Presidente di Confcommercio Patrizia Di Dio
È stato sancito questa mattina il patto di Palermo con l’ambasciatore d’Italia in Giappone Giorgio Starace, la Sicilia diventa capitale dell’export verso il Giappone.
A suggellare questo patto, i produttori delle eccellenze “food and beverage” del Made in Italy e del Made in Sicily con il consorzio Italy on the Table e il suo coordinatore Mario Stancampiano, il Sindaco Orlando e la presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio e Junya Honda, business development senior General manager di Monte Bussan, durante l’incontro con l’ambasciatore Starace.
Per la visita ufficiale, una location di grande pregio storico, cornice di questo importante patto che servirà da volano per l’economia regionale, infatti, Villa Niscemi, mentre in mattinata si è tenuto l’incontro nella sede di Confcommercio.
“La Sicilia è uno dei posti più belli della terra – ha detto l’ambasciatore Giorgio Starace che è arrivato nella città siciliana a seguito dell’invito del Food Broker Mario Stancampiano – ed il Giappone è il Paese con la terza economia mondiale e il quarto al mondo come potere d’acquisto. Esiste una infinita classe media che punta decisamente all’acquisto di prodotti esteri e del “made in Italy”.
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