Le imprese vogliono crescere ma per farlo hanno bisogno di risposte concrete
L’Italia ha reagito alla crisi pandemica dimostrando notevole capacità reattiva e abilità nel trasformare - con grande senso di responsabilità - una tragedia sociale ed economica in un’opportunità di ripensamento per le imprese costrette a far evolvere i loro modelli di business per adattarli ai nuovi scenari.
Non è stato facile, ma oggi - dati alla mano - possiamo affermare che l’innovazione ed il ‘coraggio’ delle imprese ha rallentato la decrescita.
Ma i dati di stima prodotti dall’Ufficio Studi Confcommercio parlano ancora di un allarme molto attuale di possibile recessione. Questo si riflette inevitabilmente sull’indice di fiducia dei consumatori sceso a gennaio da 102,5 a 100,9, mentre quello relativo alle imprese aumenta da 107,9 a 109,1.
Il perdurare dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, senza che si intraveda soluzione di fine del conflitto, ha difatti provocato un ulteriore inatteso rallentamento della ripresa del PIL e ha drammaticamente accelerato una spirale inflazionistica con pesanti ripercussioni anche sul mercato del lavoro, facendo riaffiorare tutte le fragilità di un Paese in cui non si è abbastanza puntato sul potenziale delle imprese quali snodi cardine per la crescita.
Su questo riportiamo attenzione perché non sfugga a chi ha responsabilità di governo che è di primaria importanza recuperare il ritardo nella messa in campo di efficaci strumenti di sostegno alle imprese.
È necessario uno sforzo straordinario da parte del Governo, nonché di tutto il sistema Paese, per garantire la crescita e contrastare le dinamiche di recessione a cui ci riportano tutti i più accreditati studi in merito.
Serve un’azione di governo che sia in linea con le direttive sullo sviluppo sostenibile, e che sia quindi in grado di coniugare lo sviluppo economico con il benessere sociale. Ma che non pesi direttamente sulle aziende, anzi ne sostenga la crescita.
Perché è mettendo l’impresa al centro delle politiche economiche che si sostiene la ripartenza del Paese.
Sono le imprese il motore trainante del Paese. Le attività produttive, il commercio, il turismo, i servizi hanno difatti un ruolo cardine ai fini dello sviluppo economico, attorno al quale ruotano tutti gli altri settori, quali, in primo luogo, la pubblica amministrazione e le famiglie.
Sostenere l’imprenditoria non significa allora solo salvaguardare un patrimonio importantissimo per l’Italia, ma significa contribuire concretamente alle traiettorie di crescita economica del Paese intero.
Serve una visione strategica a lungo raggio intesa allo sviluppo.
Per farlo l’Italia può disporre anche dello straordinario strumento del PNRR e dei fondi europei: risorse che dobbiamo rapidamente trasformare in crescita senza ricorrere negli errori di sempre.
Aprendo concreti tavoli di confronto con la rappresentanza delle imprese, unico sistema che può davvero avere il polso di quali misure servono alle imprese. Perché sia attivata spesa ‘utile’ ovvero affinché le straordinarie risorse a disposizione siano spese in maniera adeguata e qualitativamente orientata.
C’è poi da affrontare con urgenza il tema del credito, a partire dagli strumenti a supporto della liquidità.
Vanno rafforzate le sinergie tra gli strumenti pubblici di garanzia ed i confidi di matrice associativa, con l’obiettivo almeno di consolidare e ristrutturare i prestiti bancari, soprattutto per quelle aziende che ancora in sofferenza che hanno bisogno di un adeguato sostegno per uscire dalla crisi in cui sono precipitate dal 2020 a causa non di errori nei loro piani di business ma per un imprevedibile evento esterno globale quel è stato la pandemia.
Anche per questo resta centrale il tema delle moratorie dei prestiti bancari, ma anche quello delle moratorie fiscali. In merito alle quali Confcommercio ha portato al tavolo della politica le sue proposte tese al contenimento dell’impatto dell’inflazione sul potere d’acquisto ed a recuperare le ingenti perdite causate dalla crisi che si sono succedute ed accavallate in questi ultimi anni.