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16 marzo, 2023

Non c'è impresa senza investimento sul lavoro 

Dopo tre anni di crisi, prima dovuta alla pandemia e poi alla crisi energetica scatenata dal conflitto Russia-Ucraina e ad una dipendenza energetica su cui non si è per tempo intervenuti, oggi le imprese del terziario di mercato si trovano ad affrontare una situazione di grande difficoltà, strette tra crescita dei costi e incertezza nei consumi.

In questo scenario, un ruolo fondamentale lo assume il costo del lavoro, che è un variabile al centro dei piani di impresa.

I contratti del terziario riguardano infatti 3,5 milioni di lavoratrici e di lavoratori.

Tutto ciò che accade nel contratto nazionale del commercio allora non solo influenza la vita di tantissime persone, ma impatta sulle dinamiche macroeconomiche del Paese.

Noi imprenditori viviamo un paradosso: facciamo sforzi sovra umani per andare avanti con costi sempre più insostenibili e scenari non programmabili e al tempo stesso abbiamo difficoltà a reperire la manodopera che serve per il rilancio dell’economia.

Serve allora uno straordinario impegno comune per rilanciare la produttività complessiva del sistema Paese. Non più rimandabile.

Serve una riforma del lavoro che avvicini domanda ed offerta. Che faccia dialogare in modo virtuoso impresa e lavoro.

Un impegno che deve tradursi in regole certe, e in sostegno concreto agli investimenti. Anche per realizzare quelle premesse di crescita che sono contenute nel Piano di Ripresa e Resilienza. A cui noi imprenditori riponiamo le speranze per riprendere forza.

Occorre ridurre il costo del lavoro.

Occorre ridurre il cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro.

Occorrono politiche del lavoro dirette ai giovani e dalle donne. Azioni dirette a rafforzare le filiere produttive del commercio e a salvaguardare i negozi di prossimità.

Un impegno programmatico che mantenga saldo, nel sistema previdenziale, il patto tra generazioni. Perché il passaggio di impresa tra generazioni sia agevolato e non ostacolato.

E perché <fare impresa> torni ad essere un’impresa possibile anche per le nuove generazioni sempre più scoraggiate da uno scenario di crisi.

Noi come sempre <ci siamo> e faremo la nostra parte per la ripresa dell’economia del Paese.