Abbiamo bisogno di più Europa
La Giornata dell'Europa, che si svolge ogni anno a maggio, celebra la pace e l'unità in Europa. La data segna l'anniversario della storica dichiarazione in cui nel 1950 l'allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman espose l'idea di una nuova forma di collaborazione politica in Europa, che avrebbe reso impensabile la guerra tra le nazioni europee. La proposta di Schuman è considerata l'atto di nascita di quella che oggi è l'Unione Europea.
La Dichiarazione Schumann fu un piano di visione per garantire una pace a lungo termine nell'Europa del dopoguerra. L'importanza di lavorare per la pace in Europa è sempre più evidente, soprattutto ora che manifestiamo la nostra unità e solidarietà con l'Ucraina.
E mai come in questi ultimi anni, tra pandemia e conflitti, abbiamo tutti riscoperto il valore e la forza dell’Europa.
Abbiamo bisogno di più Europa per una comune politica estera e di difesa, che metta la pace al centro dei suoi obiettivi.
Abbiamo bisogno di più Europa per una riforma che punti davvero sulla crescita e rafforzamento del sistema delle imprese e per nuovi e strutturali strumenti di stabilizzazione macroeconomica.
Abbiamo bisogno di più Europa per una comune politica energetica che eviti le posizioni dominanti e di vantaggio dei gestori che pesano inevitabilmente un macigno su noi imprese.
Bisogna accelerare la realizzazione e l’ammodernamento di infrastrutture per l’energia da fonti rinnovabili. E va rafforzato l’impegno per efficienza e risparmio energetico.
Occorre promuovere la costituzione di comuni stoccaggi e riserve energetiche europee e rilanciare la produzione nazionale di gas e rafforzare la capacità di rigassificazione del nostro Paese.
Vanno riviste in modo strutturale le regole di formazione del prezzo dell’elettricità, anche per contrastare i cartelli tra produttori che minano la sana competitività.
Perché quello che non ha fatto la pandemia ai servizi e al commercio, rischiano di farlo gli insostenibili costi energetici.
Serve allora più Europa per realizzare un piano comune di crescita che sappia far fronte alle ripercussioni della crisi energetica nell’economia.
Spesso critichiamo l’Europa perché alcune regole ci sembrano lontane dalla nostra economia reale.
Ma è l’Europa che ci ha assicurato finora 60 anni di pace, di libertà, di progresso, di giustizia sociale, garantendo la libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi. Dei nostri prodotti oltre le frontiere del nostro Paese.
Il Trattato di Lisbona non ha solamente rafforzato i poteri del Parlamento europeo, ma ha anche restituito agli Stati membri la facoltà di agire simultaneamente con le istituzioni Ue ed è per questo motivo che diventa fondamentale combinare l'azione a livello europeo con quella a livello nazionale.
Ed è per questo importante sensibilizzare tutti gli attori locali a questa dinamica di interscambio e rafforzarla attraverso una vera e propria rete di persone attive sul territorio, capaci di “fare da ponte" tra il livello locale, nazionale e Bruxelles creando quelle sinergie necessarie ad essere veramente Europa.
Noi di Confcommercio lo sappiamo bene e ne abbiamo fatto paradigma del nostro modo di operare e di fare rappresentanza delle imprese. E’ il come sempre l’elemento indispensabile per crescere e rafforzare il nostro potere contrattuale all'interno dell’Europa e nei confronti di altri stati europei.
La Confcommercio è la più grande rappresentanza di imprese in Europa e sente quindi il dovere e la responsabilità di contribuire a questo processo di crescita sottolineando che c’è bisogno si di più Europa, ma di un’Europa che metta al centro della sua crescita le imprese come motore di crescita e sviluppo dei territori.
Abbiamo bisogno di un’Europa che metta in atto politiche che costruiscano equità e contrastino efficacemente la concorrenza sleale. Un’Europa che tuteli e rafforzi il tessuto di microimprese senza imporre regole che favoriscano i grandi a discapito dei piccoli. Di un’Europa che metta davvero al centro della sua visione le imprese.