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La rivoluzione gentile: il cambiamento parte proprio da noi Donne

Uno storico palermitano, Santi Gnoffo, ha dedicato nel 2018 un primo libro alla sicilianità declinata al femminile, attraverso il ritratto di donne che con il loro coraggio e a volte, con un’autentica vena rivoluzionaria, hanno impresso nel tempo svolte significative nella società, ribaltando luoghi comuni e stereotipi.

Donne di epoche diverse che, al di là della provenienza e del campo di attività, si sono affermate quali ‘rivoluzionarie’, ovvero donne capaci di incidere sulle ‘regole’ vigenti. E fra queste Franca Viola, la prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore, rifiuto da cui poi ebbe origine la legge che finalmente ha prodotto il reato di sequestro di persona e violenza carnale.

A questo è seguito nel 2023 <Donne di Sicilia: Eccellenze contemporanee>  dedicato a 37 donne siciliane che stanno incidendo nel cambiamento a livello locale e nazionale.

Scienziate, imprenditrici, artiste, letterate, giornaliste, mamme.  Ad accomunare le protagoniste del libro, è, come suggerisce il titolo, <l’eccellenza> espressa nei rispettivi campi di appartenenza. 

Sono molto lieta di comparire tra le 37 donne siciliane rappresentate dall’autore Gnoffo come simbolo del cambiamento, insieme a Donne che – ognuna nel suo settore – si impegnano per affermare il valore del femminile nella società.

Sono valori che porto avanti da sempre e che hanno determinato e segnato il mio impegno decennale a guida di Terziario Donna Confcommercio a livello nazionale. Valori che ho voluto sintetizzare nel Manifesto (https://www.patriziadidio.com/il-manifesto/) e che ogni giorno rappresentano la mia ‘guida etica’.

Mi piace ritrovarmi ritratta insieme ad altre Donne che come me portano avanti il senso della forza della sicilianità e che rinnovano idealmente quel patto di sorellanza alla base di ogni conquista femminile.

Ed oltre che come donna imprenditrice e mamma sono lieta di comparire come Vicepresidente di Confcommercio, la più grande associazione di categoria e la prima che ha davvero impresso – grazie alla lungimiranza del Presidente Carluccio Sangalli – una direttrice di genere già negli organi direttivi della categoria.

Una conquista che non è per niente scontata ma che deve acquisire valore ogni giorno.

Ed è nell’impegno associativo, che porto ogni giorno avanti azioni che possano facilitare una maggiore partecipazione delle donne all’impresa, proprio perché la ritengo una delle prime e più importanti sfide per una concreta e compiuta democrazia paritaria.

Negli anni del mio impegno alla guida di Terziario Donna ho lavorato molto per affermare questo concetto. Dobbiamo ricordarci della nostra eccellenza, non ci dobbiamo far irretire da chi ci ingabbia rendendoci vittime di noi stesse, o da atteggiamenti sterilmente rivendicativi.

A guida del mio gruppo di lavoro ho introdotto nella nostra Confederazione la cosiddetta ‘rivoluzione gentile’, per affermare nel nostro sistema – non senza la necessaria autorevolezza – un modello diverso di leadership.

E questa battaglia continuo a farla anche adesso in ogni consesso dove mi trovo ad operare. Convinta del potenziale  delle Donne, che è una ricchezza per tutta la società.

Un diritto quello di essere adeguatamente rappresentate e valorizzate che dovrebbe essere alla base della nostra democrazia perché rappresentiamo il 52% della popolazione. Se in maniera ‘darwiniana’, tramite la selezione naturale che è tra le persone, non riusciamo ad arrivare in cima in numero proporzionale è perché viviamo ancora in una società ostativa, esiste quindi un problema che non è solo ‘di genere’, ma culturale. Stritolare il potenziale femminile è ingiusto, noi con il nostro lavoro partecipiamo allo sviluppo del Pil mentre ci occupiamo della famiglia, dei figli, degli anziani eppure viviamo ancora un gap salariale che ci penalizza.

Il valore del lavoro deve essere riconosciuto in base a ciò che si realizza e non discriminato secondo il genere.

Sono valori che mi appartengono e mi definiscono, valori che ho trasmesso a mia figlia, ai miei nipoti ma anche a tutte le persone con cui mi trovo a collaborare, in azienda come in confederazione.

Perché quel valore del femminile che riunisce le Donne <eccellenze contemporanee> rappresentate nel libro di Gnoffo deve diventare forza comune per lavorare al cambiamento di una società che deve diventare autenticamente paritaria.

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