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Occuparsi di commercio significa farsi carico del futuro delle città

Le imprese sono elementi fondamentali delle città che contribuiscono al cambiamento del territorio, intervenendo su molteplici aspetti, dalla mobilità al turismo, dalla vivibilità alla sicurezza, all’innovazione.

Una città non è infatti solo mura, edifici, trasporti, servizi, funzioni. 

Una città è un insieme di relazioni tra le persone e tra le persone e i luoghi. I latini parlavano di urbs e civitas. Con ‘urbs’ intendendo la città edificata, e con ‘civitas’ l’insieme dei cittadini, la convivenza, le funzioni dello stare insieme. 

Anche anticamente la capacità di animare luoghi e farli diventare interpreti del cambiamento dei tempi si attribuiva al commercio.

In effetti gli imprenditori con la loro creatività, le loro vetrine danno forma e funzione alla città attraverso la vitalità, la prossimità, la partecipazione, e coltivando il senso di comunità.

I negozi di prossimità – che sono gli anelli pulsanti delle nostre città – sono interpreti primari della rigenerazione urbana. Se i negozi infatti spegnessero le loro insegne e chiudessero i battenti la stessa città si spegnerebbe.

E’ dunque impossibile parlare di rigenerazione urbana senza mettere al centro delle scelte le imprese e soprattutto il commercio, che di tutti i settori è quello che sta più a contatto con le persone. 

Ed è quello che più di tutti alimenta il legame identitario tra imprese e comunità urbana, tra economia e città.

Commercio e urbanistica vanno tenute insieme, affinché la rigenerazione urbana dell’ambiente costruito e degli spazi pubblici coincida con la rivitalizzazione dei servizi di prossimità e con la valorizzazione del modello italiano di pluralismo distributivo.

È questo l’unico antidoto alla desertificazione commerciale dei centri storici e delle periferie, così come delle aree interne e montane. 

Pensare al piccolo non significa pensare <in piccolo>.

Significa invece farsi carico delle città e dei territori come bene comune. Significa prendersi la responsabilità di contribuire a costruire il futuro delle città. Dove non ci sia uno sbilanciamento di un settore sugli altri come sta avvenendo con lo stravolgimento dei centri storici in molte realtà italiane.

Città e territori dove il settore turistico gioca un ruolo decisivo, per sostenere il quale occorrono però severe regole per far emergere il ‘sommerso’ e supportare la sana imprenditoria. 

E serve sempre più promuovere azioni pubbliche in grado di attrarre il turismo di qualità, quello che restituisce crescita al territorio. 

Il  tema riguarda il sostegno al turismo ed alla ristorazione di qualità, ma riguarda anche l’attrattività, la sostenibilità, la sicurezza ed il decoro  delle città, a tutela della qualità della vita dei residenti e non soltanto di chi permane in città solo per qualche giorno. 

Ci sono settori merceologici che stanno scomparendo e si corre il forte rischio di una desertificazione commerciale che non  riguarda solo le imprese ma la società nel suo complesso perché significa meno servizi, meno vivibilità e meno sicurezza 

Occorre accelerare la riqualificazione urbana, coniugando offerta turistica, commerciale e culturale, perché sono queste le tre gambe che fanno di una città, una città attrattiva e vivibile per i residenti. 

E’ impellente e indispensabile applicare regole che tutelino il corretto ed equilibrato mix merceologico senza consentire uno sbilanciamento solo verso il settore della ristorazione e della somministrazione. Ed evitando che tutti gli appartamenti ed i palazzi si trasformino in residenzialità turistiche, cambiando identità ai luoghi.

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