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Vendere Bellezza significa raccontare una storia identitaria che attraversa i secoli

La crisi economica ha  modificato l’approccio verso i consumi  e riaperto la riflessione sul modello di economia che vogliamo,  e su quale deve essere l’impegno di noi imprenditori in tal senso.

I nuovi modelli di consumi – che si oppongono al fast fashion – puntano alla qualità, alla nostra cultura, con scelte che rispecchiano non soltanto la soddisfazione di bisogni primari del consumatore, ma un desiderio più interiore di identità e di adesione a valori etici.

E’ quella che io da sempre definisco l’Economia della Bellezza, che ci richiama al nostro Paese, al suo patrimonio storico, artistico e culturale unico al mondo, ma anche alla sua qualità di vita, al suo senso spiccato di comunità, al buon gusto tipico italiano, al design  e alla moda. A tutto ciò che è autenticamente <made in italy>.

Richiamando così una crescita che abbia nella cultura, nella creatività e nella bellezza le sue leve.  

E’ una sfida ai mercati globali. Per costruire un’economia capace di suscitare emozioni e che abbia come base valori etici forti. 

Promuovere l’economia della bellezza significa sostenere infatti un consumo responsabile, acquisti meno frenetici, scegliere il rapporto diretto e personale con il proprio negozio, preferire acquisti ‘lenti’ che permettano di privilegiare le relazioni umane, di valorizzare produzioni rispettose dell’ambiente, e che meritano un racconto, una descrizione. Significa sostenere design, originalità, creatività ma anche esperienze ed emozioni che distinguono e caratterizzano il brand Italia. Produzioni in cui il consumatore ritrova anche un senso identitario di valori.

Grazie alla storia ed all’impegno di tanti imprenditori ed imprenditrici, siamo da tempo in grado di creare i vini e il cibo più buoni, gli arredi più eleganti, la moda e i gioielli più belli, viaggi sostenibili, lo stile di vita più raffinato. 

Abbiamo assunto l’impegno responsabile a non vendere semplicemente oggetti, definiti dalla loro utilità. Ma a vendere prodotti evocativi, che raccontino la bellezza della nostra terra ed incentivino così gli italiani stessi a prediligere prodotti e catene autenticamente italiani, e  i turisti alla scoperta della Bellezza del nostro Paese in ogni aspetto. 

Sta crescendo la consapevolezza dell’importanza di non produrre e vendere semplicemente prodotti, ma quella di produrre valore economico attraverso prodotti che siano anche intrisi di “significati”, della nostra storia e della nostra identità e cultura. E’ questo che rende straordinari prodotti che altrimenti sarebbero ordinari. 

Con l’impegno di tutti, l’Italia e ogni sua regione, come la mia Sicilia,  possono diventare il luogo per un’esperienza unica di immersione nel bello, affermandosi come <marchio di qualità>.

E’ una terra che affascina tutto il mondo per tanti aspetti e per la sua gente, il nostro patrimonio materiale e immateriale è di per sé un grande valore e non va dissipato. Deve invece diventare, anche nel consumo, un <racconto> sensoriale di cui cogliere il valore aggiunto da dare a ciò che vendiamo.

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