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Un riconoscimento che mi responsabilizza e mi impegna verso le donne

Nei giorni scorsi, sono stata insignita del Premio Rose Day 2024, assegnato dai club locali di Zonta International, associazione che ha come focus l’empowerment delle Donne.

Il riconoscimento, che mi è stato attribuito per la categoria <Imprenditoria> in rappresentanza di tutte le imprenditrici siciliane, è un tributo che mi responsabilizza.

Il premio mi è stato consegnato  come testimonianza di un modello virtuoso per le donne che fanno la  scelta di indipendenza economica.

La motivazione al premio racconta la mia storia di imprenditrice ma anche l’impegno che ho da sempre dedicato  per l’empowerment delle altre donne. 

Impegno che ha caratterizzato i miei dieci anni di guida a livello nazionale di Confcommercio Terziario Donne, ma su cui ho improntato la mia vita professionale ed associativa.

Nella motivazione al premio è stato sottolineato un punto che mi ha fatto molto piacere ed è quello di essere stata pioniera nell’affermare a Palermo, dove non esiste una filiera tessile, un’azienda che è riuscita ad emergere come realtà imprenditoriale nel campo della moda, diventando anche un caso di studio nelle aule accademiche come esempio di imprenditorialità di eccellenza. 

La mia è un’azienda di famiglia, che nel tempo ha saputo coniugare innovazione e tradizione.

La mia scommessa vinta è stata quella di investire nella cultura identitaria della Sicilia provando ad esportare la nostra unicità e Bellezza.  

Questo richiamo alla Bellezza nel conferimento del Premio tributato alle eccellenze femminili costituisce per me motivo di orgoglio, perché ho improntato la mia attività al principio greco del <Kalòs kai aghatos>, quel Bello che è imprescindibile dal buono. 

Etica ed estetica come motore di ogni azione. Anche di riscatto delle donne.

Equità e Pari opportunità non devono solo essere valori di civiltà. Sono questioni di democrazia, di merito, ma anche di valore economico. 

Nel consesso organizzato da Zonta ho portato il mio contributo di idee sugli strumenti da porre in essere per favorire l’emancipazione economica delle donne, al fine di creare le condizioni necessarie per garantire la libertà e prevenire la violenza.

Ho parlato della sensibilità e visione tipica delle donne che fanno impresa, integrando obiettivi economici con quelli etici in una visione di azienda che si basa anche su valori di vita. 

Un modello di sviluppo che io chiamo da sempre Economia del Bene Essere, del nuovo Umanesimo perché mette le Persone al centro.

Un’Economia che parte proprio  dalla valorizzazione della Bellezza e di quel ‘Fare e fare bene’ che è il mio mantra. 

Il lavoro di mentoring per altre donne serve allora a promuovere nuove sensibilità che creino sviluppo, ma che allo stesso tempo sostengano il progresso civile, sociale e culturale del Paese. 

Le donne dell’imprenditoria – se valorizzate – possono essere motore di profondo cambiamento culturale. 

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